Breve storia del Patriziato di Avegno
Come tanti Patriziati ticinesi, anche Avegno trova le sue origini in una storia millenaria quando i primi viandanti misero le loro radici su un lembo di terra vallerana allora selvaggia e inospitale dando inizio alla locale civiltà contadina.
Ricoveri granitici (Splüi), sotto massi giganteschi (Bálom), cascine primitive di rudimentali muri a secco (Ciabött), poi tetti di pesanti piode su travi di abete rosso, case riscaldate alla meglio con focolari a cielo aperto entro pareti che spifferavano aria da ogni dove.
Il campanile della chiesa di S. Abbondio (poi ribattezzata in San Luca), sovrastava tutto e tutti e richiamava al raccoglimento. La chiesa era luogo d’incontro, di incoraggiamento. La fede era un aiuto inestimabile e la preghiera era l’unica àncora di speranza per quella gente logorata da una vita di fatiche e sacrifici. Lo testimoniano anche le numerose chiesette e cappelle sparse sul territorio dal piano ai monti. Il territorio venne esplorato e percorso dai sentieri. Venne lavorato fin negli angoli più discosti. Conteso alle vicinanze e marcato dalle pietre di confine (Tèrmann),venne più tardi messo su carta e le misurazioni portarono al risultato che Avegno avrebbe avuto 813 ettari.